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Chi siamo...

La riserva

In provincia di Alessandria, sull’appennino piemontese al confine con la Liguria, a cavallo tra la Valle Spinti e la Val Borbera si trova la riserva faunistico-venatoria Cascina Emanuele.

Edoardo Garrone, appassionato cacciatore, unendo le tre piccole riserve di Sasso, Sezzella e Grondona, costituì nel 1947 la prima vera riserva faunistico-venatoria, costituita da duemila ettari di boschi, vallate e calanchi nei comuni di Grondona e Borghetto Borbera.

Il territorio della riserva caratterizzato da fitte foreste, ampi prati e valli ricche di acqua ospita un’intensa varietà di flora e di fauna, tra cui un rilevante numero di daini e caprioli, introdotti molti anni prima, importati direttamente dall’Ungheria.

Ancora oggi la famiglia Garrone è impegnata nella conservazione di questo territorio con un’attiva e oculata gestione del patrimonio faunistico, che negli ultimi anni si è ulteriormente arricchito con l’arrivo del cervo.

Flora e fauna

Le piante principali che caratterizzano la valle sono pioppi, salici, ontani, olmi, roveri, querce, castagni, carpini, frassini, ontani neri, cornioli, pruni, noccioli.

Per quanto riguarda i fiori, si trovano il giglio rosso, l’iris giallo, il narciso, la pervinca, la primula, il nontiscordardime, il garofano selvatico, la rosa canina, l’erica e il biancospino. Sono altresì presenti vari tipi di erbe selvatiche officinali utilizzabili in cucina o per tisane come il timo, l’origano, tarassaco, piantaggine, artemisie, papavero.

Tra gli animali di piccola taglia si può annotare la presenza di tassi, volpi, donnole, faine, ricci, istrici e lepri.

Tra gli animali di grossa taglia, oltre ai numerosissimi cinghiali, sono presenti cervi, caprioli e daini. Una presenza da segnalare è, infine, quella del lupo.

Per quanto riguarda gli uccelli, sono presenti gufi, civette, allocchi, falconidi di varie specie, allodole e pernici, e vi nidificano il gheppio, la poiana, il rondone, il picchio muratore, il picchio rosso e il picchio verde. Negli ultimi anni è tornata l’aquila degli Appennini.

La casa di caccia

La casa di caccia, ora anche Locanda Del Daino, è stata ristrutturata oltre 30 anni fa dalla Famiglia Garrone, che dopo averla destinata ai Soci di Cascina Emanuele e al gestore della Locanda, ne mantiene la proprietà. Si tratta di una delle più storiche case di Grondona, anticamente utilizzata anche come posta e ristoro per i viandanti lungo la “via del sale”, che dalla Liguria passava anche da Grondona per proseguire verso la pianura ed arrivare alla meta austriaca di Salisburgo (borgo del sale).

A fine 800 e nei primi del 900, nell’attuale piano terra dove una volta vi sostavano le vacche i buoi da lavoro, oggi ci sono la cucina e le sale da ristoro, mentre nei piani più alti un intersecare di camere per la sosta, stanze per pranzare, troverete simboli e trofei che valorizzano una storia famigliare e di gestione del territorio faunistico e naturalistico da oltre 80 anni! Un luogo magico ed incantevole non solo per gli appassionati di caccia, che in un ambiente materico ed accogliente, possono condividere momenti di racconti, storie ed esperienze indimenticabili, ma anche per coloro che hanno la curiosità di conoscere questo luogo, per vivere un’esperienza alla quale non sono abituati, ovvero quello che oggi la casa di caccia è diventata, una Locanda……

La locanda del daino

Non è un ristorante…. non è un agriturismo…. non è un albergo…. è semplicemente una Casa ed una Locanda, dove  la tradizione incontra la modernità ed elementi propri di una casa di caccia si affiancano a un design ricercato e attento che regala suggestioni evocative e selvatiche.

Aperta al pubblico da pochi mesi, ha già avuto una grande riscontro e suscitato molto interesse.

L’oste Giacomo con il supporto di Tommaso, due giovanissimi appassionati di cucina selvatica e dei sapori del bosco, offrono ai loro ospiti un’esperienza nel piatto totalmente sostenibile, sana e naturale. La materia prima è quasi tutta selvatica, derivante da un’attenta ricerca sul territorio che mantiene il più possibile il concetto di sostenibilità, così come riteniamo sia l’attività venatoria, basata su una rigorosa etica e cultura della filiera selvatica.

Non solo quindi cucina con ambienti conviviali e riservati, dove poter pranzare, cenare e fare merenda, ma anche quattro camere esclusive in cui poter pernottare.

Farsi ispirare da tutto questo è certamente un’esperienza particolare...

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